Pochi sanno che Tarquinia, la città in cui sono nata, un tempo si chiamava Corneto, a causa della presenza di boschi di corniolo nella campagna circostante. Dopo l’unità d’Italia venne aggiunto al nome Corneto quello regale dell’antichissima Tarquinia etrusca, sorta e vissuta sul colle retrostante, lontano dal sito della medievale cittadina. Risale al 1922 l’ultimo e definitivo cambiamento da “Corneto – Tarquinia” a, soltanto, “Tarquinia” in onore dei nostri avi etruschi. In questo articolo vi vorrei portare indietro nel tempo, quando misteriosi cavalieri si aggiravano per i vicoli dell’antica Corneto, quando maestose torri e campanili svettavano nelle terzerie di poggio e valle, quando le mura di macco dorato del Palazzo Vitelleschi, dimora del potentissimo cardinale Giovanni, custodivano segreti e intrighi politici e amorosi.
Percorrendo via Mazzini, percepiamo un’atmosfera diversa, ricca di storia e di un passato che è ancora presente nei mille volti degli edifici. Subito incontriamo la chiesa di Santa Margherita, per noi tarquiniesi semplicemente “Il Duomo”, che custodisce i preziosi dipinti del Pastura. Dopo pochi passi ci fermiamo davanti alla fortificazione che il Vitelleschi fece costruire nel XV secolo per proteggere la città dagli attacchi nemici. Attraversando la doppia porta ci si trova di fronte ad uno scenario unico: un viale selciato ci guida verso la maestosa chiesa di Santa Maria in castello, gioiello del XIII secolo, con i suoi mosaici cosmateschi, e l’alta torre che veglia silenziosa su di lei.
Uscendo dalla cinta muraria ci avviamo infine verso “Fontana Nova”, una fontana del 1200 dalla quale i cornetani attingevano acqua durante gli assedi e oggi circondata da un paesaggio che stupisce in ogni stagione: la frizzante tramontana dei mesi invernali lascia il posto al verde tenero del grano a primavera, le lucciole illuminano le notti estive mentre ci si rinfresca con i piedi “a mollo” nel fontanile e le foglie autunnali con i loro colori caldi rendono il panorama ancora più suggestivo.
(Autrice Claudia Moroni per il sito www.postiepasto.com)