VIAGGIO NELLA NECROPOLI DI TARQUINIA

VIAGGIO NELLA NECROPOLI DI TARQUINIA

Oggi siamo ospiti dei signori etruschi: visiteremo le loro case, non quelle abitate durante la vita terrena, ma quelle, forse più ricche e sfarzose, della vita ultraterrena. La necropoli dei Monterozzi di Tarquinia è custode di dipinti che raccontano le vite, gli abiti, i gioielli, i giochi, gli sport e le tradizioni. Le oltre 130 tombe dipinte, parte di una necropoli che ne conta più di 6400, ci restituiscono l’immagine di una città florida, ricca, potente e popolosa. I mercanti, gli uomini e le donne protagonisti della vita della città, preparavano la casa che li avrebbe accolti dopo la morte con grande attenzione e cura dei particolari.

Grandi artisti, provenienti da tutto il Mediterraneo, venivano chiamati per portare la vita nelle stanze della morte con rappresentazioni dai colori sgargianti che ancora oggi ci stupiscono. Le caratteristiche della pietra locale, detta “macco”, base di tutti i dipinti, ne hanno permesso la straordinaria conservazione fino ai giorni nostri. Le attività tipicamente aristocratiche della caccia e della pesca prendono vita nella tomba a loro dedicata grazie a colori ancora accesi e brillanti. Fra cielo e mare, uccelli e delfini, un ragazzo si tuffa da una roccia, oltrepassando la “soglia”. Nella tomba delle Leonesse (VI secolo a.C.), danzatrici eleganti si muovono ancora al ritmo di antiche musiche, perse in rituali dionisiaci dove l’ebrezza avvolge tutto e tutti. Le donne, belle, eleganti e decisionali, sono protagoniste della loro società come mai lo sono state quelle greche e romane.

I leopardi della tomba omonima (V secolo a.C) sono silenziosi guardiani dell’ultimo banchetto prima del ricongiungimento con le divinità. Il ricco committente della tomba del Cacciatore (VI secolo a.C.) vuole ritrovarsi all’interno del suo padiglione di caccia anche dopo la morte, guardare attraverso le pareti trasparenti della tenda mosse dal vento dell’eternità, un movimento che l’artista è riuscito a rendere con incredibile perizia.

(Autrice Claudia Moroni per il sito www.postiepasto.com)

QUANDO TARQUINIA SI CHIAMAVA CORNETO

QUANDO TARQUINIA SI CHIAMAVA CORNETO

Pochi sanno che Tarquinia, la città in cui sono nata, un tempo si chiamava Corneto, a causa della presenza di boschi di corniolo nella campagna circostante. Dopo l’unità d’Italia venne aggiunto al nome Corneto quello regale dell’antichissima Tarquinia etrusca, sorta e vissuta sul colle retrostante, lontano dal sito della medievale cittadina. Risale al 1922 l’ultimo e definitivo cambiamento da “Corneto – Tarquinia” a, soltanto, “Tarquinia” in onore dei nostri avi etruschi. In questo articolo vi vorrei portare indietro nel tempo, quando misteriosi cavalieri si aggiravano per i vicoli dell’antica Corneto, quando maestose torri e campanili svettavano nelle terzerie di poggio e valle, quando le mura di macco dorato del Palazzo Vitelleschi, dimora del potentissimo cardinale Giovanni, custodivano segreti e intrighi politici e amorosi.

Percorrendo via Mazzini, percepiamo un’atmosfera diversa, ricca di storia e di un passato che è ancora presente nei mille volti degli edifici. Subito incontriamo la chiesa di Santa Margherita, per noi tarquiniesi semplicemente “Il Duomo”, che custodisce i preziosi dipinti del Pastura. Dopo pochi passi ci fermiamo davanti alla fortificazione che il Vitelleschi fece costruire nel XV secolo per proteggere la città dagli attacchi nemici. Attraversando la doppia porta ci si trova di fronte ad uno scenario unico: un viale selciato ci guida verso la maestosa chiesa di Santa Maria in castello, gioiello del XIII secolo, con i suoi mosaici cosmateschi, e l’alta torre che veglia silenziosa su di lei.

Uscendo dalla cinta muraria ci avviamo infine verso “Fontana Nova”, una fontana del 1200 dalla quale i cornetani attingevano acqua durante gli assedi e oggi circondata da un paesaggio che stupisce in ogni stagione: la frizzante tramontana dei mesi invernali lascia il posto al verde tenero del grano a primavera, le lucciole illuminano le notti estive mentre ci si rinfresca con i piedi “a mollo” nel fontanile e le foglie autunnali con i loro colori caldi rendono il panorama ancora più suggestivo.

(Autrice Claudia Moroni per il sito www.postiepasto.com)

NATALE A TARQUINIA

NATALE A TARQUINIA

A Tarquinia il Natale con la guida turistica Claudia Moroni sarà all’insegna dell’arte. Quella etrusca, con la necropoli dei Monterozzi, dichiarata nel 2004 patrimonio Unesco per le tombe dipinte, che rappresentano il più importante esempio di arte figurativa prima dell’epoca romana. Quella del centro storico, con le sue chiese, i suoi palazzi, le sue torri e il suo dedalo di vie e vIcoli racchiusi nella possente cinta muraria.

Dal 28 al 31 dicembre, il 2, 4, 5 e 6 gennaio 2022, alle ore 10, avranno luogo le visite guidate alla necropoli dei Monterozzi. Il 27 dicembre e il 3 gennaio 2022, con ritrovo alle ore 10 da piazza Cavour, si terranno le visite guidate al cuore antico della città. “Saranno feste con arte e cultura – sottolinea la guida turistica Claudia Moroni -. Andremo ad ammirare alcuni dei luoghi più conosciuti e apprezzati di Tarquinia: le tombe dipinte etrusche della necropoli dei Monterozzi e il centro storico, che racchiude monumenti di grandissimo pregio come la chiesa di Santa Maria in Castello e palazzo Vitelleschi, sede del Museo Nazionale Archeologico, solo per ricordare i più importanti”.

Per info e prenotazioni è possibile chiamare al 347692 0574. Le visite guidate si svolgono nel pieno rispetto delle disposizioni anticovid.

MEDIOEVO, MODA E OLIO NOVELLO

MEDIOEVO, MODA E OLIO NOVELLO

Un’idea per unire tre ambiti differenti, lungo un percorso sensoriale che dalla bellezza dell’arte e della moda porta ai sapori dell’olio. Un’iniziativa che coinvolge tre realtà locali: il progetto di promozione turistica WeTarquinia, l’azienda Olitar e Karim Boutique. Tutto questo sarà “Medioevo, moda e olio novello”, la visita pensata e voluta dalla guida turistica Claudia Moroni per scoprire Tarquinia e lo storico frantoio Olitar, dove assaporare l’olio nuovo e i prodotti locali delle aziende partner di WeTarquinia e ammirare la collezione autunno-inverno di Karim Boutique, uno dei negozi di moda più apprezzati della città etrusca. La data, il 4 dicembre. Il luogo, la Barriera San Giusto. Orario di partenza le ore 15. “Sarà una visita guidata con un punto di vista diverso – spiega Claudia Moroni -. Non andremo a piedi, ma usufruiremo del trenino turistico, che ci accompagnerà lungo un serie di tappe”.

Dalla Barriera San Giusto, il trenino percorrerà la circonvallazione Vincenzo Cardarelli per passare davanti alla chiesa e al convento di San Francesco e fermarsi al giardino della Ripa, per ammirare il torrione di Matilde di Canossa e la chiesa di Santa Maria in Castello. Di nuovo poi in carrozza verso l’Olitar, non prima di aver fatto sosta a piazza Giacomo Matteotti, per salire al palazzo comunale e ammirare la Sala degli Affreschi, e al belvedere dell’Alberata Dante Alighieri, dove lo sguardo spazia dalle colline tarquiniesi alla Tuscia. Lo storico frantoio tarquiniese aprirà le porte della propria sede, per la festa dell’olio novello con degustazione delle eccellenze delle aziende enogastronomiche che partecipano al progetto WeTarquinia. La bellezza dei filati italiani della collezione autunno-inverno di Karim Boutique allieterà gli occhi dei partecipanti.

“Un vero e proprio viaggio sensoriale – conclude Claudia Moroni -, per un gioco di squadra con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il meglio di Tarquinia”. Per il numero limitato dei posti disponibili è obbligatoria la prenotazione chiamando al 3476920574. È indispensabile, per il rispetto delle disposizioni anti-covid, essere muniti di green pass e mascherina.

QUANDO TARQUINIA SI CHIAMAVA CORNETO

LA TARQUINIA ETRUSCA E MEDIEVALE

Tra etruschi e medioevo. Tarquinia si scopre in tutta la sua bellezza per il ponte di Ognissanti. Con le visite della guida turistica Claudia Moroni che, dopo una pausa di qualche settimana, riprende le iniziative per far conoscere e ammirare lo straordinario patrimonio artistico della cittadina tirrenica. “Il ponte di Ognissanti può rappresentare un’occasione importante per conoscere la mia città – afferma la guida turistica Claudia Moroni -. Dall’arte etrusca a quella medievale, che a Tarquinia si fondono dando vita a un museo a cielo aperto”. Agli etruschi saranno dedicate le giornate del 30 e 31 ottobre, con due visite guidate alla necropoli dei Monterozzi, inserita nel 2004 nella lista dei monumenti dichiarati dall’Unesco “Patrimonio dell’Umanità”, per le tombe dipinte. Ritrovo alle ore 10, all’ingresso della necropoli dei Monterozzi, su via Ripagretta. Al medioevo sarà dedicato il 1° novembre con la visita guidata “Quando Tarquinia si chiamava Corneto”, un itinerario nei luoghi più antichi del centro storico caratterizzate da vecchie chiese, strette vie, piazze nascoste, antichi palazzi, alte torri e belvedere tra il mar Tirreno e le colline della Tuscia. Per immergersi nell’arte dell’“età di mezzo”, il ritrovo sarà alle ore 10 in piazza Cavour, difronte a palazzo Vitelleschi, sede del Museo Archeologico Nazionale. Le visite guidate si svolgeranno nel rispetto delle disposizioni anti-covid. Per informazioni e prenotazioni è possibile chiamare al 347 6920574 o scrivere alla mail claumor@hotmail.it.

LA BELLEZZA DEL MIO LAVORO

LA BELLEZZA DEL MIO LAVORO

Gli impegni lavorativi mi portano in queste settimane fuori da Tarquinia. La bellezza delle nostre zone è che, a pochi chilometri di distanza, si possono ammirare capolavori artistici come il duomo di Orvieto, dove ho avuto il piacere di accompagnare un simpaticissimo gruppo di Venezia che ha scelto di passare 4 giorni in mia compagnia tra Umbria, lazio e Toscana .